Ho scritto più volte sulla questione del Visto per Nomadi Digitale, dato che lo reputo uno strumento davvero valido che permette ai professionisti di muoversi tra paesi e, gli stessi paesi, di ospitare nuove professionalità utili per la propria crescita in termini sia economici che competenze. Ho scritto svariate volte di quello della Spagna che nel corso di un anno ne ha rilasciati ben 300. Ora tocca all’Italia. Finalmente, verrebbe da esclamare. Proprio negli ultimi mesi il governo italiano ha lanciato il suo visto per nomadi digitali allineandosi ad altri paesi dell’Unione Europea, come la Spagna per l’appunto, che hanno già adottato misure simili per facilitare l’ingresso e la permanenza di professionisti digitali. Ecco come funziona il nuovo visto, come si può fare richiesta, i vantaggi offerti, e il contesto europeo in cui si inserisce.

CHI È IL NOMADE DIGITALE (PER L’ITALIA)

Come riporta il sito de Il Sole 24 Ore, il governo italiano delinea con esattezza il ruolo del nomade digitale. Per l’esattezza, il decreto attuativo firmato da Interno, Farnesina, Turismo e Lavoro definisce come nomade digitale il cittadino di Stati extra Ue che svolgono un’attività lavorativa altamente qualificata con l’utilizzo di strumenti tecnologici in grado di consentire loro di poter lavorare da remoto, sia come lavoratore autonomo, sia come collaboratore o dipendente di un’impresa anche non residente in Italia. Per svolgere l’attività nel nostro Paese, l’ingresso e il soggiorno per periodi superiori a novanta giorni sono consentiti al di fuori delle quote fissate annualmente per i lavoratori extracomunitari. Per l’ingresso e il soggiorno per periodi inferiori a novanta giorni sarà comunque necessario il rilascio del visto di ingresso e del permesso di soggiorno ribattezzato, appunto, “Nomadi digitali”. Per l’ingresso come nomade digitale (professionista o lavoratore autonomo) non è richiesto alcun nulla osta provvisorio così come per l’ingresso di un lavoratore da remoto (collaboratore o dipendente di un’impresa).

COME FUNZIONA IL VISTO PER NOMADI DIGITALI

Il visto per nomadi digitali italiano permette ai lavoratori che possono esercitare la loro professione in modo totalmente remoto di vivere in Italia per un periodo che può arrivare fino a un anno, con la possibilità di rinnovarlo. Per qualificarsi, i richiedenti devono dimostrare di avere un reddito stabile, superiore a una soglia minima stabilita, circa 28mila euro su base annua, che provenga da clienti o aziende esterne all’Italia. Inoltre, è necessario avere un’assicurazione sanitaria valida e un casellario giudiziale pulito.

PROCEDURA PER LA RICHIESTA

La domanda per il visto di nomade digitale può essere presentata presso il consolato italiano nel paese di residenza del richiedente. È necessario compilare il modulo di richiesta, fornire la documentazione che attesta il reddito, la copertura sanitaria, e un certificato penale. Una volta approvata la domanda, il richiedente può entrare in Italia e deve successivamente richiedere un permesso di soggiorno per nomadi digitali presso la questura locale. Il nomade digitale dovrà comunque essere in possesso di una assicurazione sanitaria per cure mediche e ricovero ospedaliero valida per il territorio nazionale e per tutto il periodo del soggiorno. Dovrà comunque dimostrare, con documenti o altro, dove alloggia e avere maturato un’esperienza lavorativa di almeno sei mesi da svolgere come nomade digitale o lavoratore da remoto.

VANTAGGI DEL VISTO

Tra i principali vantaggi offerti dal visto per nomadi digitali vi è la possibilità di lavorare in uno dei paesi più culturalmente ricchi e scenograficamente diversificati al mondo. In aggiunta, il visto offre la possibilità di esplorare un ambiente imprenditoriale europeo dinamico e di fruire del sistema sanitario italiano. Questo tipo di visto è anche un’ottima opzione per chi desidera testare la vita in Italia prima di prendere decisioni di lungo termine riguardo il trasferimento.

CONTESTO EUROPEO E COMPARAZIONI

Mentre l’Italia è uno degli ultimi paesi dell’Unione Europea ad introdurre un visto per nomadi digitali, nazioni come la Spagna, il Portogallo e l’Estonia hanno già programmi simili da diversi anni. La Spagna, ad esempio, offre un visto che permette soggiorni fino a due anni, rinnovabile, a patto che il lavoratore non svolga attività con datori di lavoro locali. Questa varietà nei programmi riflette un interesse crescente in Europa per attirare talenti globali in un mondo sempre più digitalizzato.

IL MIO PENSIERO

L’introduzione del visto per nomadi digitali in Italia rappresenta una significativa opportunità sia per i lavoratori remoti che per il paese stesso, che potrà beneficiare di un’ulteriore internazionalizzazione della sua economia. Con l’Europa che si muove sempre più verso l’accoglienza dei lavoratori digitali, l’Italia si posiziona come una destinazione desiderabile, con il suo inestimabile patrimonio culturale e un eccellente stile di vita

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