La Spagna segue le orme dell’Italia e di altri paesi nel mondo, ma accelera molto di più sull’aspetto burocratico. Mi riferisco al rilascio del Digital Nomad Visa, un permesso speciale che consente ai nomadi digitali di trasferirsi in un paese e lavorare da remoto ai loro progetti. Vedo solo vantaggi nel rilascio di questo Visa: il paese ospitante permette di accogliere nuovi professionisti e, questi ultimi, possono vivere nuove esperienze lavorative e magari a lungo termine decidere di trasferirsi proprio lì. Ovviamente di mezzo ci deve essere un accordo tra le due parti, soprattutto in ambito fiscale. Un aspetto sul quale la Spagna ha lavorato fin da subito per trovare la giusta quadra e lanciare fin da subito ai nomadi digitali di tutto il mondo l’invito a trasferirsi nel paese. Cosa che ancora non tutti hanno fatto, Italia compresa, dove il quadro legislativo è ancora poco chiaro tanto che il Governo locale ancora non ha lanciato il programma. Ma torniamo alla Spagna: qui il Digital Nomad Visa permetterà di vivere e lavorare per un massimo di cinque anni.

Cinque anni sono anche più che sufficienti per un professionista per sondare il terreno e, magari, mettere radici. Se in questi cinque anni il governo spagnolo sarà in grado di creare il giusto ecosistema, potrò fare affidamento su una serie di intelligenze che gli permetteranno anche di riprendersi dagli ultimi anni di forte difficoltà dettata prima della pandemia e ora dalla crisi energetica.

Secondo quanto ho appreso dalle prime informazioni divulgate dal governo spagnolo, lo schema sarà aperto a persone che lavorano in remoto per aziende non spagnole oppure che potranno al massimo generare il 20% del proprio reddito da aziende spagnole. Ovviamente dovranno partire dall’avere un indirizzo di residenza e operatività all’interno del paese. Inizialmente il Visto sarà valido per 12 mesi; successivamente i professionisti potrebbero essere in grado di prolungare il loro soggiorno fino a cinque anni a seconda delle circostanze.

Perché, come in ogni accordo che si rispetti, entrambe le parti devono essere contente. Anche il governo spagnolo, infatti, dovrà confermare che quel professionista segua il rispetto delle leggi, soprattutto in ambito fiscale, e non abbia carichi pendenti con la giustizia. Fatto il matrimonio, chi otterrà il Digital Nomad Visa potrà continuare a godere dei vantaggi messi a disposizione del Governo spagnolo e da Mamma Natura come sole, stile di vita e buon cibo. Cose non da poco!

Aggiungo anche il fatto che, in tutta la Spagna, stanno operando realtà nate proprie per accogliere nuove risorse in campo digital provenienti da ogni parte del mondo, supporto anche loro progetti in diverse forme. Una di queste è il Ceuta Open Future, un hub dedicato alle start up, che ho visitato personalmente e che ho descritto in un mio articolo qui. Pensare a un paese che predispone una specifica accoglienza per chi giunge dall’estero, agevolando tutta la macchina burocratica, e in più mette a disposizione infrastrutture e know-how partecipando allo sviluppo delle nuove idee, non posso far altro che vedere solo aspetti positivi in tutto questo.

Qui ho messo un link per chi ne volesse sapere di più sul Digital Nomad Visa in Spagna

Qui invece per quello in corso di rilascio in Italia

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